Il piccolo Pelè in lacrime, dopo aver firmato, giovanissimo, il Mondiale di Svezia. Vicino a lui, due fuoriclasse, Djalma Santos e Garrincha, due big di quella straordinaria nazionale che aveva appena tenuto a battesimo la nascita del più grande.
Edson Arantes do Nascimento, aveva 17 anni quando incantò il mondo, firmando, tra l’altro, la doppietta in finale, alla Svezia di Liedholm.
Un bambino, o poco più, già capace di numeri di alta classe, che lo imposero al mondo e spiegarono a tutti come nasce una stella.
Quel Brasile era zeppo di campioni, eppure il “piccolo” Pelè si fece largo con la semplicità del fuoriclasse, di fronte al quale tutti si inchinano. Stupendo il secondo gol alla Svezia: stop di petto, pallonetto sul difensore e botta al volo. Come bere un caffè, per lui.
Quel ragazzino, un anno prima, era il ‘57, era stato “visto” anche da un dirigente veronese che cercava in Brasile giocatori per il Verona appena promosso in serie A. “Tolemolo” disse. “Troppo giovane” gli risposero. Quel dirigente si chiamava Eros Mazzi.